martedì 31 maggio 2011

Linea del tempo

Non essendo facile ricostruire una vera e propria linea del tempo per quanto riguarda il "bronzo", tratterò separatamente i principali ambiti in cui esso viene utilizzato, riportando per ognuno una breve storia, sempre ponendo in primo piano il legame dell'oggetto in questione (ad es. le campane) con il bronzo.

1) L'ETA' DEL BRONZO

Le leghe bronzee sono note sin dagli albori dell’umanità. Gli archeologi hanno dato il nome di "età del Bronzo" al periodo di preistoria europea e asiatica, succeduto all'età del rame, caratterizzato dalla scoperta della lega rame-stagno, che consentiva di disporre di un materiale — il bronzo — più resistente del rame, fusibile in tutte le forme, malleabile e affilabile più della pietra, e di forgiare quindi armi più efficaci e utensili più vari e perfezionati.
L'inizio dell'età del Bronzo varia a seconda delle società e delle culture. Nel Vicino Oriente precede di un millennio il nascere delle culture del Bronzo in Europa (circa 2200 a.C.) e coincide, come più tardi in Cina, con tempi ormai storici.
La metallurgia del bronzo, nell’età che ne porta il nome, conobbe un periodo di grande sviluppo che portò alla scoperta di vari tipi di leghe scelte in funzione dall'oggetto da produrre. Venne poi perfeziona la fusione a cera persa e la produzione di lamine metalliche da utilizzare per i più svariati impieghi. Alcuni manufatti, come le cuspidi di lancia, raggiungono una perfezione tecnico-formale che non richiederà modificazioni per i secoli futuro.
In conseguenza di questo fervore creativo e tecnologico le attività di scambio registrano uno sviluppo senza precedenti e se l’uomo s’è evoluto, in parte, è dovuto anche a ciò che le scoperte nell’ambito della metallurgia bronzea hanno portato. Se, infatti, i primi impieghi del bronzo erano finalizzati alla fabbricazione di oggetti d'ornamento e di prestigio come armi dalla decorazione sofisticata, e quindi non incisive per l’economia sociale, i successivi impieghi nella vita di tutti i giorni hanno permesso al bronzo di diffondersi e di farsi diffondere per migliorare la vita dei nostri antenati. Utensili e strumenti da lavoro che, per secoli, erano stati fabbricati in selce, in pietra levigata, in osso o in corno, vengono a poco a poco sostituiti da manufatti metallici molto più versatili e potenti. Fu così che asce, scalpelli, punteruoli, martelli, incudini, lame, coltelli, falci e roncole furono fusi in bronzo.


 2) IL BRONZO NELL'INDUSTRIA CAMPANARIA

Le campane più antiche d’Europa sono state rinvenute a creta e risalgono al secondo millennio avanti cristo. Il materiale che le compone, tuttavia, non è il bronzo bensì la terracotta.
La diffusione della campana in Europa è dovuta al cristianesimo che ha portato alla creazione di diverse fonderie. Il termine “Campana”, così vuole la tradizione, viene attribuito alla storpiatura di Campania, la regione italiana in cui furono per la prima volta utilizzate le campane come strumento per la convocazione a liturgie cristiane.
Le campane in bronzo cominciarono ad essere prodotte solo intorno all'VIII secolo: la tecnica di fusione, infatti, pur essendo nota in era precristiana, fu perduta durante il periodo delle invasioni barbariche. La fusione del bronzo permise di costruire campane più grandi e dalle pareti più spesse (nel IX secolo si raggiungono 4 quintali) e di mantenere un maggior controllo della forma della campana, che comincia a diventare prevalentemente rotonda.


3) MONETAZIONE ROMANA IN BRONZO

Nella prima parte della storia di Roma, dalla sua fondazione (21 aprile 753 a.C.) a tutto il periodo monarchico (753-509 a.C.) e parte del periodo repubblicano, fino al III secolo a.C., il commercio non si basava sull'uso della moneta, ma su una forma di baratto che sfruttava scorie di bronzo informi (aes rude) come mezzo di scambio (nel mondo greco, per contro, già alla metà del IV secolo a.C. la moneta aveva raggiunto una diffusione e livelli artistici elevatissimi).
La parola latina aes (aeris al genitivo) significa bronzo. L'utilizzo dell'aes rude si scontrava con la scomodità di dover pesare il quantitativo di bronzo ad ogni scambio. Su iniziativa di singoli mercanti, quindi, si iniziò ad utilizzare getti in bronzo di forma rotonda o rettangolare su di cui era riportato il valore, detti aes signatum.
La prima moneta standardizzata da parte dello stato fu l'Aes grave, introdotta con l'avvio dei commerci su mare intorno al 335 a.C. In questo periodo Roma aveva conquistato una gran parte dell'Italia centrale, che le aveva procurato una grande quantità di bronzo ma poco argento. Fu introdotto un sistema di pesante monetazione fusa in bronzo, con lo standard librale basato, cioè, su un assi dal peso di una libbra con pezzi frazionali fatti di multipli di oncia. Dodici once costituivano una libbra.
Monete di bronzo di stile greco (dette monete romano-campane) furono prodotte in piccole quantità con l'inscrizione ΡΩΜΑΙΩΝ verso il 300 a.C. Attualmente ne esistono solo una manciata di esemplari. Si ritiene che siano state prodotte a favore di Roma da Neapolis (Napoli), basate su stile e peso simile a quello della monetazione propria di Neapolis, ed usate per facilitare il commercio.
L'uso del bronzo in periodo repubblicano terminò nel 79 a.C., per riprendere solo durante il principato.


fonti: http://www.ing.unitn.it/~colombo/BRONZO/I%20bronzi.htm
        http://www.parodos.it/storia/argomenti/bronzo.htm
        http://it.wikipedia.org/wiki/Monetazione_romana

martedì 24 maggio 2011

Personaggi e istituzioni

Non ci sono dei veri e propri "protagonisti" per quanto riguarda il bronzo, ovvero non ci sono singoli personaggi che hanno inventato o studiato il bronzo in particolare, bensì la sua scoperta e il suo perfezionamento sono il frutto di centinaia di anni di lenti cambiamenti ed innovazioni che lo hanno portato ad essere un materiale indispensabile in molti campi, che vanno dalla produzione di campane all'idraulica.

martedì 17 maggio 2011

Immagine

ARTE


Umberto Boccioni, Forme uniche della continuità nello spazio, 1913.
Bronzo, 126,4x89x40,6 cm. Milano, Museo d'Arte Contemporanea.


INNOVAZIONE


Ingranaggi in bronzo antifrizione.


COPERTINA DI UN LIBRO


Angela Demontis, Il Popolo di Bronzo, 2010


FRANCOBOLLO


"Cavalli di bronzo della basilica di san Marco"
 Francobollo emesso il 10 aprile 1973.


FUMETTO


Titolo: Zio Paperone e le porte di bronzo di Testadiferro
Data di prima pubblicazione:

ARTICOLO DI GIORNALE


"Quei due giganti di bronzo venuti dal nostro passato" di Francesco Rosso
Articolo apparso su "La Stampa" il 16/03/1981, numero 73 pagina 3


FILM


Locandina del film "L'uomo di bronzo".
Drammatico, 1937, USA.

martedì 10 maggio 2011

Occorrenze nella letteratura

La parola "bronzo", essendo un vocabolo piuttosto comune e diffuso, ricorre molto spesso nella letteratura. Di seguito riporto qualche passo di alcune delle opere più celebri in cui essa compare.


Ne La Sacra Bibbia, la parola "bronzo" viene utilizzata per ben 108 volte, anche se,  considerando l'immensa mole di quest'opera, la cosa non stupisce più di tanto (per fare un esempio, la parola "signore" è presente 8184 volte!).  Riporto un paio di passi in cui essa compare con un'alta frequenza:

"[17] I Caldei fecero a pezzi le colonne di bronzo che erano nel tempio, le basi a ruote e il mare di bronzo che era nel tempio e ne portarono tutto il bronzo in Babilonia.
[18] Essi presero ancora le caldaie, le palette, i coltelli, i bacini per l'aspersione, le coppe e tutti gli arredi di bronzo che servivano al culto." (Geremia, 52)


"[5] Aveva in testa un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre, il cui peso era di cinquemila sicli di bronzo.  
[6] Portava alle gambe schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra le spalle." (Samuele 1, 17)



Nell' Eneide di Virgilio, poema epico scritto in latino nel I secolo a.C., che narra la leggendaria storia di Enea, colui che diventerà il progenitore del popolo romano, il vocabolo "bronzo" è presente 19 volte. Ecco un passo in cui compare:

"Stanno su' muri pavide le madri,
seguon con gli occhi il polveroso nembo
e gli squadroni fulgidi di bronzo.
[...] Visto avresti in quel mar flotte di bronzo,
l'aziaca guerra, e tutto di battaglia 
ferver Leucàte e lustrar d'oro i flutti." (Libro Ottavo)



Nelle Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi, una serie di cinque libri pubblicati a partire dal 1903, che costituiscono l'opera più nota di Gabriele D'Annunzio, nella quale viene sviluppato il concetto di superomismo, la parola "bronzo" compare per ben 47 volte.

Ad esempio, nella poesia Meriggio, contenuta nel libro terzo Alcyone, compare due volte:

"A mezzo il giorno
sul Mare etrusco
pallido verdicante
come il dissepolto
bronzo dagli ipogei, grava
la bonaccia.
[...] Come il bronzo sepolcrale
pallida verdica in pace 
quella che sorridea."

Oppure in Ditirambo IV, sempre contenuta in Alcyone:

"[...] e, dentro
me, tremavano tutte le midolle, 
negli orecchi fragore 
sonavami sì forte ch'io temeva 
udir dal sacro Dicte i Coribanti 
atroci e il rombo del bronzo percosso.
[...] Sul ponte
pelte lunate luceano e di bronzo 
clìpei tondi, aste lunghe."

martedì 3 maggio 2011

Abbecedario

Harappa (abitanti dell'antica valle dell'Indo che svilupparono nuove tecniche nella lavorazione del bronzo. Per approf. vedi link 1 e 2)
Idraulica
Lega
Moneta
Ottocento (Durante il periodo Barocco abbondò l'ornamentazione di mobili e lampadari col bronzo, mentre nel successivo Rococò e fino a tutto l'Ottocento se ne è fatto largo uso, spesso utilizzando il bronzo dorato, per abbellire le porcellane.  fonte:http://it.wikipedia.org/wiki/Bronzo)
Qualità
Resistenza (all'usura e alla corrosione)
Statua
Tromba (o meglio, il suo antenato, la "buccina")
Utensile
Voce
Zinco